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Il film documentario di Maria Teresa de Vito è interamente dedicato al pittore bernese, scomparso nel 1940, il complesso archi­tettonico è composto da tre “colline” che ris­pecchiano la personalità eclettica dell’artista: pittore, musicista, scrittore e pedagogo.
Nell’illustrare il senso di questa sua opera, Renzo Piano parla dell’architettura come “arte di frontiera”, in bilico tra il suo essere arte e il suo fine necessariamente legato alla vita, alla scienza, alla tecnologia, alle emo­zioni della gente, all’utilitas.  Piuttosto che parlare di architettura-scultura, Renzo Piano preferisce parlare di land-art perché le curve della struttura, realizzate in acciaio, giocano con il terreno, lo sfiorano, risalgono e poi spariscono. Quando si gira intorno al museo, si entra in un enorme campo di grano e non si capisce più dove comincia l’edificio e dove finisce la natura. In questo, dice Renzo Piano: “…c’è qualcosa dell’immagine piranesiana:  l’idea che la natura si mangia, si riconquista i suoi diritti sul costruito”.

Il documentario ha vinto il premio SNGCI Sindacato Nazionale Giornalisti Cinemato­grafici al Festival d'Arte di Palazzo Venezia, Roma 22 settembre 2006.

The film documentary by Maria Teresa de Vito is dedicated to the painter from Berne, who died in 1940, the architectonic work is made up of three “hills” reflecting the artist’s eclectic personality: painter, musician, writer and teacher. 
Illustrating the sense of this work of his, Renzo Piano speaks of architecture as “border art”, in balance between its being art and its end necessarily linked to life, science, technology, people’s emotions, usefulness. Rather than speak of architecture-sculpture, Renzo Piano prefers to speak of land-art because the curves of the structure, made of steel, play with the land, touch it, re-emerge and then disappear. Walking around the museum, you enter an enormous grain field and no longer understand where the building starts and nature stops. In this, Renzo Piano explains: “...There is something of the Pyranesian image: the idea nature eats itself, reconquers its rights on what is built.”

The documentary won the SNGI National Cinema Journalist Trade Union Prize at the Arts Festival at Palazzo Venezia, Rome 22 September 2006.

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