Sul palcoscenico dell’Eliseo si è fatta la storia del teatro italiano. I più grandi registi e gli attori sono passati per l’Eliseo, molti sono nati all’Eliseo, molti hanno fatto dell’Eliseo la loro casa. Ma, aldilà della storia puramente teatrale, quello che è successo attorno all’Eliseo è qualcosa di ancora più importante che dimostra quanto il teatro sia parte essenziale della vita civile di un popolo, perché attorno all’Eliseo, quando politica era anche cultura, sono nate tante iniziative culturali e politiche nel senso più alto dell’espressione. Basti ricordare i martedì letterari che hanno educato intere generazioni alla letteratura, all’arte, alla poesia. Le stanze dell’Eliseo non erano soltanto un ritrovo letterario, un ristorante, o un caffè per fare conversazione, erano un punto di incontro e di confronto dove quotidianamente si ritrovavano attori, registi, letterati, politici, intellettuali. Qui erano di casa non soltanto Stoppa e la Morelli, Visconti o Strehler, ma anche Ugo La Malfa e Amendola, Antonello Trombadori e Spadolini. Io stesso ho conosciuto Ugo La Malfa grazie a Vincenzo Torraca e qui si è alimentato quel confronto tra cultura e politica che è tanta parte della tradizione della nostra città. Ma oltre alle sue stanze, l’Eliseo come teatro ha offerto la sua ribalta a grandi eventi della vita nazionale. All’Eliseo fece il primo discorso Benedetto Croce nel ’46 dopo la ritrovata libertà; all’Eliseo Enrico Berlinguer fece il famoso discorso della svolta con cui poneva «la questione morale», chiedendo a tutti una scelta di austerità. Nei momenti più importanti della vita di questa città, non soltanto sul fronte della cultura, ma anche su quello dell’impegno politico e civile, l’Eliseo ha rappresentato un costante punto di riferimento. Ecco perché celebrarne i cent’anni significa qualcosa di più che ripercorrerne l’attività teatrale, per quanto prestigiosa: significa scrivere un capitolo non secondario nella storia di Roma capitale.
Gianni Letta, intervista realizzata nel 2000
The history of Italian theatre was made on the Eliseo stage. The greatest directors and actors passed through the Eliseo, many were born at Eliseo, many made of Eiseo their home. But beyond its purely theatrical history, what happened around Eliseo is something even more important, showing how much theatre is an essential part of a people’s civil life, because when politics was also culture many cultural and political initiatives in the broadest sense of the term were born around Eliseo. Just remember the literary Tuesdays that taught whole generations about literature, art, poetry. Eliseo’s rooms were not only a literary retreat, a restaurant or a café to have conversations; they were also a meeting and confrontation point where actors, directors, scholars, politicians and intellectuals united every day. Here dwelled not only Stoppa and Morelli, Visconti or Strehler, but also Ugo La Malfa and Amendola, Antonello Trombadori and Spadolini. I myself met Ugo La Malfa thanks to Vincenzo Torraca and here was nurtured that confrontation of culture and politics that is so much part of or city’s tradition. But beyond its rooms, Eliseo as a theatre offered its stage to national life’s great events. At Eliseo Benedetto Croce made his first speech in ’46 after regained liberty; at Eliseo Enrico Berlinguer made the famous turning-point speech where he made the “moral question”, asking all for a choice of austerity. In this city life’s most important moments, not only on a cultural front but one of political and civil duty, Eliseo has represented a constant reference point. This is why celebrating its hundred years means rather more than tracing theatrical activity, however prestigious: it means writing a more than minor chapter in the history of Rome the capital.
Gianni Letta, interview made in 2000