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Un giorno sono venuti a trovarmi e mi hanno chiesto di aiutarli a cambiare il loro modo di lavorare e di suonare. Volevano operare un cambiamento nel loro modo di fare musica, un cambiamento di immagine, e si rendevano conto che, per i rapporti che c’erano tra loro, avevano bisogno di una persona che dall'esterno li aiutasse a mettersi in questione. Ho iniziato a lavorare con i musicisti presi singolarmente, proprio per rompere l’incantesimo di vent’anni di lavoro comune: prima la batteria, poi il basso, la chitarra, la tastiera, il sax e infine la voce. Poi ci siamo riuniti di nuovo e abbiamo cominciato a mettere insieme i risultati. Lavoravamo come se fossero prove aperte e cioè provando a fare il brano in tre, quattro cinque modi diversi, registrando tutto.
E poi parlando, ragionandoci, cercando di capire, si è delineata la strada che volevamo prendere. Man mano che si mettevano a fuoco i problemi, tutto veniva più naturale. È un modo sicuramente particolare di ricerca, di sperimentazione, che non tutti hanno voglia di fare. Loro sì. Sia rispetto all’attuale esigenza di cambiamento, sia in generale rispetto al loro modo di concepire la musica.

Pasquale Minieri, intervista del 2003

One day they came to visit me and asked me to help them change their way of working and playing. They wanted to operate a change in their way of making music, a change of image, and realised that with the relationships existing among themselves, they needed someone external to help them to put themselves in play. I started working with the musicians taken singularly, precisely to break the enchantment of twenty years’ communal work: first drums, then bass, guitar, keyboards, sax and finally vocals. Then we met again and started to put the results together. We worked as if they were open rehearsals, that is, rehearsing the track in three, four, five different ways, recording everything. And then talking, thinking, trying to understand, we traced the road we wanted to take. As the problems were gradually focused, so everything came more naturally. It is surely a peculiar way of search, experimenting, that not all want to do. They did. Both regarding the current need for change, and in general regarding their way of conceiving music.

Pasquale Minieri, interview from 2003

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